Anime al cinema: “Your Name” di Makoto Shinkai

Makoto Shinkai ama le storie che ruotano intorno all’incomunicabilità. Quella tipica dei giapponesi, secondo cui nella maggior parte dei casi gli individui vivono costretti nella propria prigione mentale, senza avere le possibilità di esprimere se stessi. É facile, allora, imbattersi in quei personaggi che tanto odiamo ma in cui ci immedesimiamo, i quali restano apparentemente impassibili quando la persona da loro amata volta i tacchi e cammina verso l’orizzonte.

“QUAL É IL TUO NOME?”

Perché Your Name si è aggiudicato il record di essere l’anime con più incassi al botteghino nella storia del Giappone e il più visto al mondo? Perché Your Name va ben oltre. Perché Shinkai parte da degli ottimi spunti di riflessione per creare un’epica personale. Perché le figure che popolano l’universo del film lottano contro se stesse per guadagnarsi il titolo di personaggi.

Il titolo del film, in realtà, racchiude molto di questo elemento coagulante dell’identità. É il nome di Mitsuha e Taki, i due protagonisti che per motivi misteriosi continuano a scambiarsi l’identità ad intervalli irregolari. É il ricordo del proprio nome che si instaura come monito e, al tempo stesso, come baluardo contro il tempo. Infatti sembra che l’esperienza sovrannaturale e bizzarra che i due vivono sia connessa ad una cometa che li unisce come il filo rosso del destino, lo stesso contro il quale cercano di combattere disperatamente.

YOUR NAME: LO SCONTRO DI DUE MONDI.

É lo stesso Shinkai a darci la chiave di lettura del film in un breve filmato introduttivo, in cui ci confida di aver pensato alla protostoria di due innamorati che si rincorrono e si incontrano solo nei propri sogni. Da qui parte la sfida della storia, dal momento in cui i due protagonisti decidono di sfruttare l’esperienza per arricchire la vita altrui, fino a quando decidono di dare una svolta in maniera autonoma e trovarsi, innamorarsi e scoprire se stessi.

Perciò si saltella tra due mondi, il mondo rurale e saldato alle tradizioni antiche di una Mitsuha, stufa del proprio paese, e quello della Tokyo moderna, affollata e spersonalizzante di Taki. L’intreccio scandito dalla storia spesso è faticoso nel districarsi, poiché il film procede per successione di temi e spesso varia sottogeneri e umori repentinamente. Aleggia l’impressione che vengano usati due pesi e due misure per ogni diverso momento del film, il che scinde la pellicola in due momenti: un’introduzione che faccia da appeal, comica, più spensierata, forse più infantile, a cui sopraggiunge una seconda metà più strutturata e seriosa, in cui la trama si sviluppa ampiamente.


Per arricchire la storia è stata sfruttata pienamente la parte musicale, composta dal gruppo j-rock RADWIMPS (gruppo già protagonista di un nostro J-Pop of the week).

Inoltre, se da una parte il film spesso sembra procedere a compartimenti stagni , in verità la storia è meno scontata di quanto appaia e l’intera composizione è meno commerciale di quanto possa fare sfoggio. È proprio in questo punto che Your Name trova terreno fertile. Perché come i fili uniti per creare un tessuto, le storie, i personaggi, le emozioni del film di Makoto Shinkai penetrano in un connubio magico, diretto con uno stile unico e reso tale soprattutto grazie ad un livello visivo eccellente. Ed una volta che si sono spente le luci in sala, non rimane il rimorso, la passività di molte storie giapponesi a cui siamo abituati, ma permane un senso di completezza soddisfacente. Quello di aver assistito ad un serpente che si morde la coda: alla fine tempo e spazio, inizio e fine, desideri e realizzazione si contrastano e si fondono per creare qualcosa di nuovo.

VERDETTO

  8.5 / 10

Makoto Shinkai ci regala un film da custodire con cura, che impreziosisce la sua filmografia con una storia interessante, mai troppo cliché, che rivela un’attenta cura ai particolari visivi quanto a quelli dei personaggi. Nonostante sia stata messa troppa carne al fuoco e spesso la scottatura sia dietro l’angolo, il film decolla gradualmente e mostra le potenzialità dell’animazione come uno strumento efficace per narrare delle storie coinvolgenti per tutti.

Peccato per la mancata nomination all’Oscar, nonostante l’iniziale candidatura.

Ecco l’elenco delle sale cinematografiche italiane che proiettano Your Name – 23/24 e 25 Gennaio 2017! Qui!

3 commenti

  • Film di indubbio valore che merita il successo che sta riscuotendo. Ho appezzato molto la capacità dell’autore di creare empatia con i personaggi giocando su emozioni potenti sapientemente dosate durante la narrazione.
    Durante le scene finali per qualche momento mi ha pervaso la sensazione di star vedendo un altro lavoro del maestro Shinkai (5 cm al secondo) ma subito mi sono dovuto ricredere.
    Complimenti per l’articolo, mi ha offerto un’interessante analisi del film.

  • Pingback: Your name: Dynit parla del successo in Italia e dell'uscita in home video - ROBA DA OTAKU

  • Hai ragione, perché si possono vedere scorci di molti dei film del maestro Shinkai in questo ultimo lavoro. Se hai notato anche Shinkai cita se stesso. Soprattutto se chiama il ristorante italiano in cui lavora il protagonista “Il giardino delle parole”!